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Come gestire la rabbia

Articolo aggiornato il 25/06/2022

Ti capita di arrabbiarti spesso e non riuscire a trattenere gli scatti di ira?

La rabbia, è una delle principali emozioni dell’uomo ed è impossibile evitarla.

Per questo è importante imparare a gestirla dato che molte volte può far si che si perda il controllo di se stessi diventando anche distruttiva per i nostri rapporti con le altre persone o per la nostra salute.

Davanti a quest’emozione ogni individuo reagisce in modo diverso: c’è chi la tiene dentro, c’è chi la sfoga attraverso determinate parole e comportamenti, altre persone cercano di evitarla ed altre ancora provano ad analizzarla.

Anche se affrontata in modi differenti una volta che la rabbia si attiva dentro di noi, resta attiva, anche per lungo tempo.

Ma la rabbia è meglio sfogarla o gestirla?

non è detto che una cosa sia positiva solo perchè ti fa stare bene“, afferma Brad Bushman.

Subito dopo aver suonato il clacson nel traffico mentre siamo di fretta, o subito dopo aver urlato contro ad una persona che ci ha fatto arrabbiare molte volte ci sentiamo più tranquilli, come se ci fossimo liberati dalla rabbia sfogandoci in quel modo.

Secondo alcuni studi, sembra che non far nulla e quindi gestire nel giusto modo la rabbia, sia più utile che sfogarsi fisicamente.

Restando fermi possiamo far in modo che l’emozione, così come arriva, va via, senza alimentarla.

Ma come possiamo gestire la rabbia?

Come gestire la rabbia

Negli adulti gli attacchi di rabbia sono molto comuni e scoprire come poter gestire quest’emozione può essere certamente utile.

Solitamente la rabbia si attiva quando si riceve qualcosa che non si vuole o quando non si ottiene ciò che si desidera.

Il campanello d’allarme suona però, quando la rabbia è causata da motivi in realtà futili. In tal caso è molto probabile che ci sia qualcosa che non va nella gestione della propria rabbia.

Ecco allora alcuni consigli per gestirla al meglio:

  • Prenditi una momento: nel momento in cui senti che si è attivata in te la rabbia, non seguire l’istinto ma prenditi una pausa e conta fino a dieci (almeno) prima di agire. In questo modo potrai imparare a sviluppare anche la pazienza.
  • Cerca di capire: quando sei arrabbiato/a cerca di interrogare te stesso per poter capire cos’è che ti ha infastidito. Cerca di capire da dove ha avuto origine la rabbia e da quanto tempo. In questo modo approfondirai anche la conoscenza di te stesso e potrai più facilmente trovare soluzioni a quel ‘problema’ che ti ha causato la rabbia.
  • Non lamentarti: lamentele e capricci non aiutano a gestire la rabbia ma al contrario, la alimentano.
  • Impara a dire “scusa”: se ti capita di arrabbiarti dopo un litigio, un confronto o una discussione con una persona e sei consapevole del fatto che tu possa aver sbagliato qualcosa, impara a mettere da parte l’orgoglio e chiedi scusa. Per chi non è abituato sarà difficile ammettere i propri sbagli, ma poi porterà beneficio.
  • Medita: la meditazione è una delle tecniche più efficaci per imparare a gestire le proprie emozioni, fin dall’antichità.
  • Lascia andare: cerca di farti scivolare le cose addosso il più possibile. Questo non vuol dire non arrabbiarti più, ma decidi di non essere arrabbiato per tutta la giornata. Ad un certo punto prova a lasciar andare la rabbia, altrimenti causerà solo del male a te stesso.

Come gestire la rabbia nei bambini

La rabbia è un’emozione molto ricorrente nei bambini, spesso anche legata al capriccio. A volte davanti all’ira di un bambino ci si sente anche impotenti.

Ci sono però, alcuni consigli che possono aiutare a calmare e gestire la rabbia nei bambini:

  • Dare affetto: nel momento in cui un bambino è preso dalla rabbia, dandogli l’affetto favoriamo l’alzamento dell’ossitocina (ormone che contrasta lo stress e favorisce piacere ed appagamento).
  • Non dire “calmati”: quando il bambino è su tutte le furie e tende ad urlare, scalciare o lanciare oggetti dirgli di calmarsi potrebbe soltanto peggiorare la situazione.
  • Non urlare: urlare contro un bambino arrabbiato è come gettare benzina sul fuoco. Il bambino finirà per aumentare una percezione negativa di sè.
  • Non lasciarlo solo: lasciare da solo un bambino in preda alla rabbia lo farà sentire abbandonato. Capita però che è il bambino stesso che in quel momento non vuole compagnia, a quel punto va rispettata la sua scelta.
  • Parlare appena passata la rabbia: una volta che il bambino si è tranquillizzato è importante cercare di capire insieme a lui cosa è successo e cosa ha fatto nascere in lui la rabbia.

La rabbia repressa

Ti è mai capitato di sentire emergere dentro di te in modo incontrollato la rabbia in una situazione in cui non avrebbe avuto motivo di emergere ? Ecco , proprio quella è la cosiddetta rabbia repressa.

La rabbia repressa è molte volte quella più pericolosa.

Molte volte facciamo finta di non essere arrabbiati fingendo che vada tutto bene sia con gli altri che con noi stessi, ma non ci rendiamo conto che assumendo questo tipo di comportamento stiamo creando un danno nei nostri confronti.

La rabbia repressa è proprio quella rabbia che portiamo dentro di noi per molto tempo ed è la stessa che prima o poi ci farà “esplodere“.

Come gestire la rabbia con i figli

Quando vostro figlio non vi ascolta qual è il modo giusto per gestire la rabbia?

E’ proprio quando vostro figlio non vi ascolta che vi porta al limite della pazienza e ad un passo dagli scatti di ira.

Probabilmente gli avete chiesto di sistemare i suoi giochi più di una volta e lui non l’ha fatto, oppure ha alzato gli occhi al cielo o peggio ancora si è girato dall’altra parte.

Per gestire al meglio la rabbia con i figli l’elemento fondamentale (da genitore) è non perdere la calma.

E’ importante far capire al bambino che non deve obbedire per forza alla vostra richiesta, ma che però la sua disobbedienza porterà delle conseguenze.

George M.Kapalka, autore del libro “Bambini capricciosi e disubbidienti, un metodo efficace per ridurre consigli” suggerisce di aiutare il proprio figlio a scegliere tra risposte positive e negative.

Aiutarlo vuol dire spiegandogli le conseguenze che porterà ciascuna scelta.

Successivamente, dovrete assegnargli delle conseguenze coerenti.



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