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Ipertiroidismo: cos’è e come si cura

Articolo aggiornato il 01/02/2021

Quando la ghiandola tiroidea produce un quantitativo di ormoni eccessivo siamo in presenza di ipertiroidismo, tutto l’opposto dell’ipotiroidismo. Ma cos’è nello specifico l’ipertiroidismo, e come si cura? In questo problema della tiroide, questa funziona molto di più del normale: produce ormoni in eccesso che comportano disturbi riconducibili a tireotossicosi, termine con cui si indica la categoria a cui appartengono reazioni di questo genere.

Gli ormoni in gioco sono gli stessi, T3 e T4, coinvolti in molti processi fisiologici tra cui la respirazione, il battito cardiaco, o la crescita per fare qualche esempio. Più ormoni tiroidei in circolo comportano un cambiamento sensibile nelle percezioni sensoriali del corpo, a cominciare da una certa intolleranza al calore. Vediamo come si manifesta e soprattutto come si cura l’ipertiroidismo.

Cos’è l’ipertiroidismo: i sintomi

I sintomi dell’ipertiroidismo sono davvero molti e differenti: alcuni sono comuni a tutti i soggetti colpiti, mentre altri hanno un’incidenza minore ma comunque riscontrabile. I sintomi classici dell’ipertiroidismo sono:

  • eccessiva sudorazione e intolleranza al calore
  • tremori
  • eccessiva magrezza
  • pelle calda
  • affaticamento e indebolimento generale
  • apatia e depressione

Sintomi meno comuni possono essere:

  • gozzo, o rigonfiamento della ghiandola tiroidea
  • palpitazioni
  • nausea e vomito
  • diarrea
  • alopecia
  • stati d’umore alterati
  • insonnia

Altri sintomi manifestabili da chi è affetto da ipertiroidismo, riguardano la sfera genitale e sessuale: si registrano mestruazioni irregolari e calo della libido, oltre ad alcuni casi di infertilità. Ulteriori possibili segni sono ipertensione, in molti casi associata a ipertrofia del ventricolo sinistro, e manifestazioni oculari di cui la più comune è l’esoftalmo: per capirci quell’espressione spaventata da “occhi fuori dalle orbite”.

Colpisce per lo più le donne tra i 20 e i 40 anni, ma può manifestarsi a qualunque età e anche negli uomini. Ipertiroidismo in gravidanza? Si, può accadere seppur raramente. Dato che si tratta di una condizione rischiosa, è bene intervenire subito con la diagnosi. I sintomi sono gli stessi anche se ne è facile confonderli con quelli della gestazione stessa.

Ma cosa può provocare l’ipertiroidismo?

Cause dell’ipertiroidismo

Una delle cause più comuni dell’ipertiroidismo, soprattutto tra le donne tra i 20 e i 40 anni, è il Morbo di Graves- Basedow; in questa malattia, il corpo produce anticorpi che stimolano la tiroide e la conseguente produzione di ormoni. Tutte le cause di ipertiroidismo sono riconducibili ad una forte stimolazione della ghiandola, ma al contrario di quella appena citata dipendono dalla tiroide stessa.

Il gozzo nodulare tossico, e multinodulare tossico, sono cause che portano ad ipertiroidismo perché la tiroide stessa va in tilt. Nel nodulare tossico è solo una parte a subire sollecitazione (al contrario del multinodulare dove è coinvolta tutta la ghiandola), producendo una quantità eccessiva di ormoni che il corpo non smaltisce. Il gozzo colpisce sia donne che uomini di qualunque età, ma ha un’incidenza sicuramente minore del Morbo di Graves-Basedow.

Un’altra causa di ipertiroidismo è l’adenoma tossico, un nodulo iperfunzionante che produce T3 e T4 in modo eccessivo; se la produzione è ancora contenuta ma c’è iper funzionalità, si parla di adenoma autonomo. Quest’ultima condizione da origine ad ipertiroidismo subclinico, un tipo di malfunzionamento della tiroide che comporta stessi sintomi e conseguenze.

Da non sottovalutare assolutamente il consumo o l’abuso di preparati tiroidei: soprattutto per chi segue diete a base di questi prodotti, è bene evitare somministrazioni sbagliate o esagerate. Anche queste possono portare ad ipertiroidismo, a causa del loro contenuto di iodio ed altri integratori stimolanti.

Cos’è l’ipertiroidismo: come si cura?

Come in molte malattie legate al sistema endocrino, la cura è legata alla causa scatenante. Così è per l’ipertiroidismo che richiede di concentrare le terapie sulla tiroide. Le strade percorribili sono due:

  • terapia farmacologica
  • intervento chirurgico
  • terapia con iodio marcato

La terapia farmacologica agisce tramite farmaci tireostatici, sostanze capai di bloccare la sintesi ormonale. Le altre terapie vengono adottate in caso la farmacologica non dia effetti positivi.

La terapia a iodio marcato mira a distruggere le cellule anomale, tramite l’ingestione di iodio in soluzione liquida o in forma di pillole. La soluzione liquida ad oggi è la meno usata perché in parte pericolosa per operatori e pazienti. Viene utilizzata in un’unica somministrazione e dosata a seconda del singolo caso. essendo un terapia selettiva, richiede un calcolo preciso del quantitativo necessario, basato sul livello di iper funzionalità osservato. Questo permette alla tiroide di assumere e incamerare il giusto quantitativo di iodio radioattivo, ed evitare l’assorbimento da parte degli altri organi.

La cura dell’ipertiroidismo tramite intervento chirurgico è la soluzione più estrema: solitamente i casi di ipertiroidismo si risolvono grazie alla terapia farmacologica o allo iodio marcato; ma quando questi non funzionano? Si interviene chirurgicamente! L’intervento chirurgico è molto semplice e di veloce decorso. Generalmente si risolve i 2-3 giorni di degenza e senza rischi eccessivi a parte quelli classici derivati dall’operazione. Per quanto sia estremamente risolutiva è sempre consigliabile tentare i primi due rimedi e poi eventualmente scegliere quest’ultimo.

Abbiamo parlato di cos’è l’ipertiroidismo e di come si cura, ma è possibile evitare l’insorgenza del disturbo puntando sull’alimentazione?

Cosa mangiare se si è affetti da ipertiroidismo? Cosa non mangiare?

Viste le conseguenze sul metabolismo, la cura per l’ipotiroidismo passa anche dall’alimentazione, che va gestita in maniera adeguata.

Visto il ruolo predominante sulla scena, lo iodio andrebbe evitato, idem i cibi che lo contengono. Broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e rucola hanno il semaforo verde, purché consumati crudi. Ottimi anche carote e peperoni che inibiscono la produzione di ormoni tiroidei.

La frutta è meglio consumarla fresca, e non vi sono particolari limitazioni. Concessi anche i legumi, i semi di lino, i pinoli e le arachidi; anche le tisane hanno un ruolo fondamentale, soprattutto se possono alleviare i sintomi dell’ipertiroidismo.

Tornando a cosa non mangiare, il pesce andrebbe limitato: contiene molto iodio che come già detto va bandito dalla dieta di chi soffre di ipertiroidismo. Da eliminare sono anche gli alimenti grassi come insaccati, formaggi e carni grasse, snack salati e tutti quegli alimenti di cui possiamo fare a meno. Da evitare, per quanto possibile, anche caffè, te e alcolici che possono interferire con la cura farmacologica.

Come abbiamo visto in questo articolo su cos’è e come si cura l’ipertiroidismo, anche il trattamento di questa patologia passa per un’alimentazione corretta ed uno stile di vita sano. Mantenere queste buone abitudini, non solo in condizione di problemi alla tiroide, assicura anche di ritardarne un’eventuale insorgenza, soprattutto nei casi di familiarità genetica.



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