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L’idrope: cos’è e come si cura

Articolo aggiornato il 25/06/2022

L’idrope (o idrope dell’orecchio interno, idrope endolinfatico, idrope perilinfatico) è una condizione di aumento del volume del liquido (endolinfa) contenuto nel labirinto membranoso dell’orecchio interno, che causa un aumento di pressione e che si manifesta con disturbi dell’udito e dell’equilibrio.

Nell’orecchio umano esiste un meccanismo regolatore dell’endolinfa e l’organo principale deputato a questa funzione è il sacco endolinfatico. Quindi minime variazioni della pressione endolinfatica sono tollerate e non creano alcun danno. Solo variazioni importanti determinano vertigine, ipoacusia monolaterale e altri sintomi ancora.

Una caratteristica fondamentale dell’idrope è che questa alterazione è sempre monolaterale. Può essere che l’idrope colpisca entrambe le orecchie, ma se questo si verifica si tratta, nella quasi totalità dei casi, di un fenomeno asimmetrico, cioè un orecchio è maggiormente colpito rispetto all’altro.

Tipi di idrope

La formazione dell’endolinfa – un liquido contenuto nel labirinto membranoso dell’orecchio interno, in modo particolare nella scala media della coclea, e nel sistema deputato al mantenimento dell’equilibrio (canali semicircolari, utricolo e sacculo) – il flusso e il riassorbimento, ancora tema discusso, se alterati possono causare delle disfunzioni al sistema uditivo e vestibolare.

Un eccessivo accumulo del liquido, definito idrope, a livello della coclea e del sistema vestibolare determina un aumento della pressione endolinfatica che può produrre microlesioni a carico del labirinto membranoso.

Tutto questo si può finalizzare in quella che viene identificata come malattia di Ménière, patologia che porta a vertigini, sensazione di orecchio pieno, acufeni e ipoacusia fluttuante.

Idrope Endolinfatico

L’idrope endolinfatico, può manifestarsi come malattia di Ménière conclamata oppure attraverso forme intermedie caratterizzate da disequilibrio senza ipoacusia o solo ipoacusia fluttuante con pienezza auricolare.

Gli obiettivi da perseguire nel trattamento dell’idrope endolinfatico sono: la riduzione del numero e della severità delle crisi vertiginose; il controllo dell’ipoacusia e degli acufeni associati alle crisi vertiginose; il miglioramento dell’instabilità e degli altri sintomi; la prevenzione degli attacchi e della progressione della malattia.

Idrope Perilinfatico

La seconda tipologia è, l’idrope perilinfatico, legato invece ad aumento di pressione e volume della perilinfa, il liquido contenuto nel labirinto, tra la parete esterna del labirinto membranoso e la parete interna del labirinto osseo.

Anche l’idrope perilinfatico può procurare sintomi, ma è probabile, che questi possano essere limitati a ovattamento/senso di pressione o chiusura dell’orecchio, ipoacusia ed eventualmente acufeni, mentre non è possibile attribuire le vertigini direttamente a un idrope perilinfatico.

Nell’approccio contemporaneo, si possono distinguere due diversi approcci per il trattamento dell’idrope cocleare, a seconda della fase in cui si trova.

Trattamento idrope

Trattamento della fase acuta: la strategia terapeutica si pone l’obiettivo di ridurre la sintomatologia vertiginosa, controllare l’idrope endolinfatico, migliorare l’ipoacusia e ridurre la percezione degli acufeni. In questa fase i farmaci di più comune utilizzo sono: vestibolo-soppressori, diuretici, cortisonici, antiistaminici.

Trattamento della malattia cronica: quando non è possibile controllare l’andamento della malattia viene utilizzata l’azione vestibolo tossica peculiare di alcuni antibiotici come la streptomicina e la gentamicina. La somministrazione intratimpanica determina risultati eccellenti con rischio di sviluppare una sordità pari al 20%. Poiché c’è la possibilità di sviluppare una malattia di Méniere bilaterale, questo tipo di trattamento deve essere attentamente valutato.

In caso di fallimento degli approcci terapeutici citati, che avviene in rari casi, è possibile intervenire nel trattamento della malattina di Ménière con una terapia chirurgica.

In generale, a tutti i pazienti con sintomatologia tale da ricondurre il fenomeno a idrope si consiglia una modifica dello stile di vita e si danno delle restrizioni alimentari.

Cause

La causa primaria che porterebbe all’aumento dei liquidi labirintici (endolinfa) non è ancora stato accertata.

Tuttavia sono state formulate molte ipotesi, e tra queste, quelle attualmente più seguite sono:

– un difetto di riassorbimento dovuto ad ostruzione del dotto endolinfatico e/o del sacco endolinfatico. Si ritiene essere sia la sede primaria di riassorbimento dell’endolinfa sia di eccesso di produzione da parte della cosiddetta stria vascolare, una struttura del sistema cocleare;

occlusione del dotto endolinfatico, è certo e confermato che porti a idrope;

problemi circolatori, si prevede che l’idrope possa essere conseguenza di un blocco della microcircolazione ematica con conseguente mancato apporto di sangue e in particolare di ossigeno (ischemia, ipossia);

relazione tra idrope e l’ormone antidiuretico (ADH, vasopressina, adiuretina), picchi non costanti di ADH determinerebbero una aumentata produzione di endolinfa nell’orecchio interno con problemi nel suo riassorbimento.

Come ridurre idrope

I trattamenti per ridurre l’idrope sono:

Bere moltissima acqua (più di 2 litri al giorno): l’iperidratazione, tramite elevata assunzione giornaliera di liquidi, ha il fine di prevedere l’inibizione del rilascio dell’ormone antidiuretico vista la sua correlazione con l’idrope precedentemente discussa

Dieta equilibrata e regolare con minimo uso di sali e zuccheri

Uso di cortisonici in casi gravi, associati sempre a iperidratazione e corretta alimentazione con minimo uso di sale e zucchero

Uso di integratori: in particolar modo quelli a base di vitamine e aminoacidi

Come curare l’idrope all’orecchio

Ma nello specifico, come si può curare l’idrope all’orecchio?

Anche le terapie riabilitative hanno lo scopo di ridurre il più possibile le crisi vertiginose e il fastidio derivante dall’acufene, così come monitorare l’ipoacusia, il peggioramento dei sintomi e della malattia stessa.

In presenza di idrope endolinfatica si ricorre spesso alla terapia del suono o Tinnitus Retraining Therapy (TRT). Questa terapia utilizza dispositivi audio e generatori sonori ambientali che riproducono i suoni della natura. Lo scopo è che il paziente si abitui al rumore provocato dall’acufene e non venga più percepito come dominante.

Un altro rimedio ampiamente utilizzato è la riabilitazione vestibolare. Cioè esercizi specifici per l’equilibrio finalizzati a ridurre le vertigini e migliorare il controllo della postura. Questi esercizi permettono al cervello di adattarsi alla perdita di informazioni causata dal malfunzionamento del sistema vestibolare e ripristinarne le funzioni alterate.

La terapia farmacologica viene solitamente applicata per contrastare i sintomi della patologia.

I farmaci più comunemente prescritti sono antistaminici, diuretici, antivirali, cortisonici e antibiotici. Nei pochi casi in cui il trattamento farmacologico non sortisce alcun effetto, è possibile intervenire direttamente sul sacco endolinfatico. Si può ricorre anche a un’operazione chirurgica procedendo con la neurectomia vestibolare (recisione del nervo vestibolare) o la labirintectomia (asportazione dei canali semicircolari). Si tende a procedere chirurgicamente solo se i sintomi vertiginosi non si riducono a seguito della decompressione del sacco endolinfatico.

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