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Acalasia: cos’è e come si cura

Articolo aggiornato il 25/06/2022

L’Acalasia esofagea è una sindrome rara che colpisce l’esofago; ricordate? Ne avevamo già parlato a proposito del reflusso gastroesofageo, disturbo nel quale cibo e succhi gastrici tendono a risalire e a ripresentarsi fastidiosamente. Cos’è l’acalasia e come si cura?

L’acalasia è una sindrome neuromuscolare con manifestazioni differenti, la più comune è proprio quella del mancato rilascio dello sfintere gastrico. La patologia, anche se poco comune, colpisce soprattutto tra i 30 e i 50 anni, e può risultare molto fastidiosa quando l’esofago si gonfia (a causa del cibo accumulato), dando luogo a continui rigurgiti e difficoltà respiratorie.

Non è un disturbo da sottovalutare, date le conseguenze fastidiose che potrebbe generare; ma c’è anche da considerare che l’acalasia è una patologia per la quale non si conosce la causa, a parte per un tipo particolare legata alla malattia di Chagas, che colpisce la muscolatura dell’esofago. Vediamo di capire qualcosina in più su cos’è l’acalasia e come si cura.

Cosa vuol dire acalasia?

Acalasia deriva dal greco, e vuol dire “mancato rilasciamento”: occhio a non confonderla con la calasia, il rilasciamento vero e proprio dello sfintere esofageo inferiore che permette il passaggio del cibo verso lo stomaco.

Cos’è l’acalasia? Quando la calasia non avviene più spontaneamente, e regolarmente, si sviluppa la condizione patologica di acalasia; potremmo definirla anche megaesofago, per le conseguenze ostruttive che da, conseguenze che diventano visibilissime durante l’anamnesi per immagini.

I sintomi di acalasia sono principalmente due:

  • dolore toracico intenso
  • disfagia, o difficoltà a deglutire qualunque tipo di cibo o liquido assunto

In molti casi, i soggetti affetti da acalasia deglutiscono meglio i solidi che i liquidi; questo accade perché i solidi hanno un peso maggiore rispetto ai liquidi, e per il loro volume riescono ad avanzare più facilmente verso lo stomaco.

Altri sintomi comuni possono essere: rigurgito notturno, tosse notturna (questi primi due favoriti dalla posizione supina e dal decubito), polmonite (dovuta a versamenti di solidi e liquidi ristagnanti nell’esofago), aumentata salivazione e alitosi.

Cos’è l’acalasia e come si cura: diagnosi

Con una storia così “contorta e confusa” la diagnosi di acalasia non è affatto semplice: senza poter distinguere una tipica causa scatenante è indispensabile compiere tutti gli esami necessari. Questi comprendo:

  • radiologia
  • endoscopia
  • manometria

I primi due sono utili a fare un’analisi morfologica, per vedere la consistenza dell’organo e le modifiche di forma sopravvenute; la manometria invece, serve ad indagare la funzionalità vera e propria dell’apparato. Gli esami da effettuare, sono disposti anche per escludere le cause secondarie dell’acalasia, come i carcinomi, i linfomi, la predetta malattia di Chagas e altre condizioni tipiche.

Anche la biopsia è fondamentale al fine di escludere cause gravi di acalasia, così anche la gastroscopia, che indaga attentamente la presenza di formazioni maligne nel primo tratto gastrico.

Come si cura l’acalasia

Una volta definito bene cos’è l’acalasia indagheremo ora sulle terapie di cura. Data la tensione a cui è sottoposto lo sfintere inferiore, la prima terapia utile è allo scopo di ridurre questa tensione e a rilassare lo sfintere. A tale scopo si usano i farmaci calcioantagonisti, veri e propri aiutanti nel favorire il miorilassamento.

In alternativa a questa terapia, l’acalasia si cura tramite intervento chirurgico di due tipologie:

  • il primo consiste in una dilatazione pneumatica dello sfintere esofageo inferiore, per consentire, tramite endoscopia, la lacerazione del cardias e quindi una sua conseguente riattivazione;
  • il secondo invece, è un intervento di cardiomiotomia che seziona la muscolatura intorno allo sfintere, così da liberarlo;

C’è da dire che entrambi gli interventi comportano delle conseguenze più o meno importanti: in particolare, con la cardiomiotomia si sviluppa molto facilmente reflusso gastroesofageo, mentre con la dilatazione pneumatica potrebbe essere lacerato anche l’esofago stesso. Cosa fare con l’acalasia dunque?

La percentuale di successi degli interventi chirurgici è abbastanza alta, nonostante le conseguenze; ma negli ultimi anni, si è affermato un nuovo tipo di cura per l’acalasia basata su iniezioni di botulino che dovrebbero distendere la muscolatura dell’esofago e stimolare la deglutizione.

Zero conseguenze, rispetto ai due interventi chirurgici, ma come cura dura un tempo molto più limitato: se infatti, gli interventi chirurgici garantiscono una decina d’anni di tregua, quest’ultima no. L’iniezione di botulino andrà ripetuta ogni sei mesi, utilizzando sempre procinetici e nitrati.

Cosa mangiare con l’acalasia

Come per tutte le patologie, anche l’acalasia può essere prevenuta o controllata regolando l’alimentazione. L’abbiamo detto tante volte, uno stile di vita sano ed un’alimentazione regolata, possono fare miracoli con alcuni disturbi che non trovano facile rimedio.

Invece di dire cosa è meglio mangiare con l’acalasia, diremo cosa è preferibile non mangiare con l’acalasia: grissini, cracker, fette biscottate, pane secco e cibi secchi in generale producono molliche; queste sono difficili da smaltire e potrebbero infiltrarsi nei polmoni creando le problematiche di polmonite di cui dicevamo prima.

Allo stesso tempo sono da evitare i cibi molto asciutti come il pollo, la carne lessata e i taralli, tutte cose che sono già difficili da deglutire normalmente. Ulteriori problemi a chi soffre di acalasia, li creano le bucce e i semi della frutta, le fibre di carne e pesce, il riso e le minestre miste fatte di brodi e pastine.

Come si può vedere facilmente, il cibo rappresenta un problema per chi soffre di acalasia, perché le piccole parti possono ostruire le vie respiratorie, e non solo il tratto gastroesofageo. Una dieta bilanciata può sempre aiutare il paziente, ma la maggior parte del lavoro é svolto da un’attenta conoscenza del problema. Cos’é l’acalasia e come si cura? Cercando di conoscere il più possibile sulla malattia e rivolgendosi ai professionisti giusti.

Cos’è lo spasmo esofageo? Differenze tra spasmo esofageo ed acalasia

Nell’ampia gamma dei disturbi della muscolatura gastroesofagea, acalasia e spasmo esofageo si pongono come conseguenza l’uno dell’altro. Nello specifico, lo spasmo tralasciato e non curato per anni, con ogni probabilità evolverà in acalasia.

La principale differenza è solo nell’ordine in cui, i due disturbi, si manifestano; certo lo spasmo è meno cronico, e la sintomatologia comprende principalmente il dolore toracico (simile all’infarto) e solo in alcuni casi la difficoltà a deglutire. Quest’ultima, al contrario, è manifestazione tipica dell’acalasia. I sintomi sono un ottimo modo per capire cos’è l’acalasia, ma anche per riconoscerla e distinguerla da altri disturbi dell’esofago.

 

 



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